Galleria

Paesaggi

1989 – 2014

Viaggiare? Per viaggiare basta esistere.
Passo di giorno in giorno come di stazione in stazione, nel treno del mio corpo,
o del mio destino, affacciato sulle strade e sulle piazze,
sui gesti e sui volti, sempre uguali e sempre diversi, come in fondo sono i paesaggi.

Fernando Pessoa, Libro dell’inquietudine

L'Infinito Mutevole

1987 – 1997

L’INUTILE INSEGUIMENTO DELLE FORME
Cosa vi piace allora, straordinario sconosciuto? Le nubi…le nubi in movimento…là…all’orizzonte… magnifiche nubi.
(Chareles Baudelaire, 1862)

Erano Bolle di Sapone

1987 – 1997

La vita è come una bolla di sapone, che manteniamo e soffiamo per quanto è possibile,
ma con la ferma certezza che scoppierà

(Arthur Schopenhauer).

Illador Voci di Pietra

1990 – 2014

La natura non produce per fare effetto sull’osservatore, Essa non vuole neppure ammaestrare.
La sua ricchezza è come quella di una fonte: un passante può bere, oppure passare oltre, come gli aggrada.
Quel che ci attrae come magnificenza e bellezza è soltanto Un effetto della prospettiva, uno scintillio della sostanza.
Partecipiamo allo spettacolo e ne godiamo, ma esso non è stato Ideato e progettato per i nostri occhi.
Il prodigio supera la rappresentazione.
(Ernst Jünger – Il Contemplatore Solitario)

I Ragazzi di San Frediano

1792 – 1976

Nostalgia! Ho nostalgia perfino di ciò che non è stato niente per me, per l’angoscia della fuga del tempo e la malattia del mistero della vita. Volti che vedevo abitualmente nelle mie strade abituali: se non li vedo più mi rattristo; eppure non mi sono stati niente, se non il simbolo di tutta la vita. Il vecchio anonimo dalle ghette sporche che mi incrociava quasi sempre alle nove e mezzo del mattino? Il venditore zoppo dei biglietti della lotteria che mi seccava senza successo? Il vecchietto tondo e rubizzo, col sigaro in bocca, che sostava sulla porta della tabaccheria? Il pallido tabaccaio? Cosa ne sarà di tutti costoro che, solo per averli sempre visti, hanno fatto parte della mia vita? Domani anch’io scomparirò da Rua da Prata, da Rua dos Douradores, da Rua dos Franqueiros. Domani anch’io – l’anima che sente e pensa, l’universo che io sono per me stesso – sì domani anch’io sarò soltanto uno che ha smesso di passare in queste strade, uno che altri evocheranno vagamente con un “che ne sarà stato di lui?”. E tutto quanto ora faccio, quanto ora sento e vivo non sarà niente di più che un passante in meno nella quotidianità delle strade di una città qualsiasi.

(Fernando Pessoa, Il Libro dell’Inquietudine)

Forme di Luce

2010

Dotato di naturale talento che affina con ininterrotta ricerca, Giovanni Fanetti crea forme di luce di straordinaria bellezza, intrise di calma sensualità in un succedersi di linee curve percorse da una illuminazione che le modella quali corpi pulsanti in continuo movimento di vitalità. Un immaginare che assume forme in continuo divenire.

Roberto Melchionda 2010

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